MEZZAVOCE FIOCA
Obiettare i concetti della gente
prospettiva invitante nella fuga di parole.
Parlano, parlano senza costrutto
alla berlina d’un chicchessia qualsiasi
soggetto da demolire.
Arrangiare pietraie nella bocca grande
di facile portata lontana da un tempio
isolato ove ciuffi d’erba gareggiano
nello stacco d’un vento labile.
Fortunoso ingaggio d’un fallace pensiero
reciso da frantumi d’un vero seppiato
nella siccità d’una mezzavoce fioca
ancora accanita…
@Silvia De Angelis
Olá, querida amiga Silvia!
RispondiEliminaO voo das palavras alcança um poema cheio de beleza e profundidade como o seu.
Tenha uma nova semana abençoada!
Beijinhos fraternos de Paz
Me gusto mucho el poema. Te mando un beso.
RispondiEliminaSempre preferito le urla nel deserto...
RispondiEliminaHe dejado de escuchar a casi todo el mundo.
RispondiEliminaMi tiempo es valioso y no quiero perderlo con tonterías.
Buen martes.
Buenos días, Silvia que tengas un bonito martes
RispondiEliminaUn besote
Musicalità in questi bei versi incalzanti. Buona giornata, Silvia.
RispondiEliminaArranging stone piles in the big mouth....
RispondiEliminaProfundo como es habitual en vos... Un placer como siempre leerte, Poeta!!
RispondiEliminaFlavio Almerighi
RispondiEliminaPoesia notevole, una critica tagliente al vuoto parlare collettivo, contrapponendo il pensiero isolato e autentico al vociare inconsistente. Il tono è aspro e riflessivo, e le immagini – pietraie, vento labile, seppia – evocano la fatica del pensiero critico in un mondo che preferisce demolire. Ciao Silvia
Ringrazio tutti dei graditi commenti
RispondiEliminaGiordano Genghini
RispondiEliminaPur non spingendosi a tali estremi, questa tua lirica - come le altre da te condivise, è fortemente polisemica; ciò nonostante, io l'ho apprezzata moltissimo, Silvia, perché il materiale verbale che mi hai qui proposto di reinterpretare a modo mio è, a mio avviso, ricco e stimolante. In particolare, in questi tuoi versi, ho gustato soprattutto la sottintesa polemica rivolta a coloro che "Parlano, parlano senza costrutto", polemica che prosegue, in modo carsico, fino agli ultimi versi, in cui la verità è, a mio avviso, da te ricondotta a "frammenti" di qualcosa di antico o, comunque, che appare sorpassato dalla contemporaneità ("un vero seppiato" e una verità ingiallita, come le vecchie foto) mentre, comunque, la tua lirica si conclude con espressioni pessimistiche una parte delle quali ("mezzanotte fioca") è presente nel titolo della lirica stessa. (A quanto ho precedentemente scritto, si aggiunge il mio ordinario particolare apprezzamento per il consueto livello di colta bellezza – che si esprime nel tuo tipico stile polisemico - e di validità complessiva che, a mio parere, caratterizzano i tuoi testi poetici finora da te condivisi - e di ciò ti ringrazio -
da facebook :
RispondiEliminaImma Paradiso
Eh sì complimenti 👏👏
Alessandra Bugatti
Una forte realtà ❣️
Bravissima poetessa
Patrizia Giordano
Proprio così Silvia complimenti ✍
Giuseppe Mauro Maschiella
RispondiEliminaTesto che pare quasi un affondo lirico contro la vuota retorica, contro il chiacchiericcio sterile che spesso annulla l’essenza dei concetti veri.
Olá, amiga Silvia, meus parabéns pelo seu singular poema
RispondiEliminaque gostei muito de ler.
Meus votos de um ótimo final de semana com saúde e paz.
Meu abraço.
Recensione alla lirica fatta dal blogger Pier Carlo Lava, sul suo sito Alessansria Today :
RispondiEliminaScopri Mezzavoce fioca, la poesia di Silvia De Angelis che racconta il disincanto delle parole e l’urgenza del silenzio autentico. Recensione su Alessandria today.
Silvia De Angelis, con la poesia Mezzavoce fioca, ci immerge in un’atmosfera rarefatta dove la parola perde il suo valore costruttivo per divenire strumento vuoto, eco sterile di una società che parla tanto ma ascolta poco. L’autrice ci guida tra i frammenti di pensieri smozzicati, opinioni lanciate al vento, rivelando il bisogno urgente di un silenzio che custodisca verità, piuttosto che parole che la dissolvano.
“Obiettare i concetti della gente / prospettiva invitante nella fuga di parole.” È un verso che apre subito una crepa nel discorso convenzionale, sfidando la logica del gregge, dove il dialogo si trasforma in una farsa collettiva, nella quale il “chicchessia qualsiasi” diventa bersaglio di un’aggressività gratuita e vuota. Il disprezzo si fa spettacolo e l’opinione, invece di arricchire, distrugge.
Le immagini poetiche di Silvia De Angelis sono cariche di forza evocativa: “pietraie nella bocca grande” è una visione potente, metafora della parola che ferisce, che non costruisce ma scava, smembra, allontana da quel “tempio isolato” – luogo simbolico di verità, di ascolto, di spiritualità, ormai lontano, dimenticato, irrilevante nella modernità vociante.
Il paesaggio naturale (“ciuffi d’erba gareggiano / nello stacco d’un vento labile”) si oppone alla brutalità del linguaggio umano: la natura compete con leggerezza, con armonia, mentre l’essere umano lotta con la voce strozzata di un pensiero inaridito. L’immagine finale è quella di una voce affaticata, accanita ma fioca, che tenta di emergere dalla “siccità” del mondo che la circonda: un grido silenzioso, mezzavoce di chi sa ancora distinguere l’autenticità in un mondo di rumori.
Una riflessione
Questa poesia sembra volerci ricordare che non sempre parlare equivale a comunicare, e che nel silenzio più ostinato può ancora celarsi il senso autentico delle cose. In un’epoca che confonde il dire con il sapere e l’opinione con il diritto assoluto, Mezzavoce fioca è un invito ad ascoltare, a scegliere le parole come si sceglie un seme: con rispetto, con lentezza, con cura. Perché solo da un suono tenue può nascere un’eco che davvero dura.