DA ABBAGLI
Arcane disfatte della mente per intrattenere
concetti e delucidazioni che nutrano
scalfitture poetiche di saggio godimento.
Il collasso d’un dì piovoso vedrà pantomime
di strofe supine e malinconiche nella benda
grigia che sovrasta lo sguardo immerso nel
ticchettio d’un metronomo stanco.
Un’inaspettata contrazione, nel sole, aprirà
corde vocali a sgargianti canoni lirici
all’insegna di sbocci di fiori di loto e cosmiche
miriadi di lucciole vacanti in un siderale manto
foriero d’una fuggente nebulosa.
Sentori umorali spettinati dal corteggiamento
di vaghe striature sono appesi alle mosse
d’uno speciale volto la cui espressione
varia a seconda del calco delle rughe cablate
da abbagli..
@Silvia De Angelis
Me gusto tu poema. te mando un beso.
RispondiEliminaOlá, amiga Silvia, na minha segunda leitura, captei bem a mensagem
RispondiEliminado poema. Parabéns!
Votos de uma boa semana, com saúde e paz.
Um abraço, amiga.
Ciao Silvi, che combinazione magnetica, tra l'enigmatico e il lirico, c'e qualcosa di trance, qualcosa di danzante; e un battito che pulsa dal profondo. Sempre eccellente, cara poetisa.
RispondiEliminaUn bacione e buona settimana por delante!.
Deslumbrante también tu poema.
RispondiEliminaTe felicito.
Es muy bueno.
Saludos.
Harbinger of a fleeting nebula....
RispondiEliminaBuen martes Silvia, un beso y cuidate del calor , aquí es tremendo. Besos.
RispondiEliminaGiordano Genghini
RispondiEliminaApprezzamento n. 15 (in ordine cronologico) del giorno 17. 06. 2025. – Ho apprezzato moltissimo, Silvia, questo tuo post (consistente in una lirica il cui tasso di polisemia è, a mio avviso, talmente alto da annichilire, salvo in un singolo frammento-chiave cui poi accennerò, ogni possibilità - per il mio livello di critico dilettante, nel senso originale del termine, riferito a chi si diletta - di azzardarne anche una sola possibile interpretazione complessiva, partendo dalla lettura dell'incipit del testo poetico), Oltre ad altri aspetti del post, ho gustato soprattutto l'abilità con cui sviluppi il tuo contemporaneo "trobar clos" - come si diceva un tempo delle liriche provenzali polisemiche al punto da risultare non interpretabili, a livello di significato, dai contemporanei - ma il cui valore derivante dalla loro "musicalità verbale" era sublime. Nel tuo caso, non tanto la "melopea" o musicalità verbale, quanto la ricchezza e bellezza della "fanopea" - basata su straordinarie metafore - è ciò su cui tu, a mio avviso, punti principalmente: ne sono un esempio gli ultimi tre versi - che, non a caso, hanno a che fare con il titolo, nei quali scrivi di uno "speciale volto la cui espressione / varia a seconda del calco delle rughe cablate / da abbagli...", intreccio di metafore a grappoli, di cui, ricercandone il significato e banalizzando, potremmo forse scrivere che esse alludono a un viso - di persona, peraltro, non definita se non per misteriosi cenni nei versi precedenti - che muta la sua espressione soltanto attraverso il cambiamento delle caratteristiche delle sue rughe, rughe il cui disegno, formazione e significato mutano a seconda degli errori di interpretazione di quel volto e della persona che, potremmo dire, dietro esso si cela, quasi fosse una maschera, - e scrivo "errori di interpretazione" perché tale è il significato primo della parola "abbagli", che non a caso ritroviamo anche nel titolo - errori di comprensione di ciò che gli altri dicono e fanno, si presume. Ma il principale elemento di bellezza di questi ultimi tre versi sta, secondo me, nel modo - altamente metaforico - in cui dicono, più che in ciò che dicono. (Aggiungo, inoltre, che, come ho precedentemente accennato, vi è una parte in cui la polisemia si fa meno ardua rispetto al resto della lirica, e ciò avviene, a mio avviso, proprio negli ultimi versi, a partire da: "Sentori umorali spettinati dal corteggiamento". Il "trobar clos" qui ci lascia intendere come il protagonista della chiusura della lirica sia probabilmente un corteggiatore - ma il vocabolo non credo vada preso alla lettera - sgradito, che non comprende l'io che ha scritto i testi e prende "abbagli" sulle sue parole, azioni e quant'altro. Allora, aggrappandoci a questo primo picchetto abbastanza saldo, potremmo forse anche tentare di scalare l'apparentemente inaccessibile picco roccioso della polisemia dei versi precedenti, in cui le "arcane disfatte della mente" dell'incipit, alla luce di questi ultimi versi, già acquistano un meno inaccessibile significato, e ciò vale, se li si rilegge ora, dopo aver forse compreso il senso della conclusione, per tutti gli altri versi, che diventano, oltre che belli, anche assai più interpretabili).
Ringrazio tutti dei graditi commenti
RispondiEliminaFlavio Almerighi
RispondiEliminaUn viaggio in versi fatto di collassi interiori e illuminazioni improvvise. La materia lirica si stratifica tra immagini decadenti e visioni cosmiche, suggerendo che anche dal disordine può scaturire una luce inattesa. Bravissima Silvia, ciao
Un poema en tu línea tan personal y profunda, que siempre nos deja con una reflexión en el corazón.
RispondiEliminaPrecioso!
Un saludo
Vincent Catania
RispondiEliminaBravissima
Straordinarie metafore dense di significati e immagini. Buona giornata, Silvia.
RispondiElimina..."varia a seconda del calco delle rughe cablate
RispondiEliminada abbagli.."
è partito involontariamente volevo aggiungere questo...che nulla più delle rughe sul viso racconta meglio la storia della propria vita. Bellissima poesia
RispondiEliminabaci
eos
Querida alma poética, que maravilha mergulhar nessas “disfatte arcane” da mente — é como se tua escrita desenhasse com névoa e luz os contornos de um universo interior tão vasto quanto sensível. Cada imagem, cada pulsar do “metronomo stanco”, nos leva por uma dança de sombras e lirismo, onde o colapso se transfigura em flor e a dor em beleza.
RispondiEliminaO surgimento de “corde vocali a sgargianti canoni lirici” é arrebatador — uma explosão de vida que brota mesmo sob o véu da melancolia. Como não se encantar com essas lucciole vacanti, dançando como estrelas em um céu de seda sideral?
E esse rosto especial, mutável e misterioso, esculpido pelas linhas do tempo e “cablate da abbagli” — é como um espelho da alma, que brilha e se esconde entre os véus da emoção.
Tua poesia é um sussurro cósmico e íntimo, que acaricia a alma com suas visões etéreas.
Com carinho e admiração,
Para leer, admirar, releer y aprender..
RispondiEliminaAbrazo admirado, Silvia Poeta!!
Giuseppe Mauro Maschiella
RispondiEliminaIl tuo linguaggio, ricercato e musicale, svela una mente poetica che gioca con il mistero e l’introspezione.