VORTICI
Sguardi ossidati nel cemento
che preme come confino a
vagare in un cielo impossibile.
Schegge insistenti nel tallone
fragile reso vagabondo da
ribalte convulse sconfinate
in repliche d’inganni.
La voce del di dentro si fa
roca ritornello di memorie
ove sbuffi di primavera pigiavano
su gestualità, su clamore del
respiro nell’immersione vivace
di luce cristallina messa da parte
nell’ostinazione d’indecorosi
vortici spalmati d’incoerenza.
@Silvia De Angelis
Lindo poema. te mando un beso.
RispondiEliminaBuona sera, Silvia!
RispondiEliminala tua voce poetica trafigge le ferite, splendendo di una forza lirica che mi commuove..
Bellissima, cara amica. Buon fine settimana! 😊💙🌞💙🕊️
Se fueron las primaveras y nunca volverán.
RispondiEliminaBuen sábado.
Stupenda la forza delle immagini. Buon we, Silvia.
RispondiEliminaUna imagen son mil palabras
RispondiEliminaBesos y abrazos
Lovely poetic images, although I have to admit I did not understand the poem as a whole, sadly.
RispondiEliminaPoemazo, como gustamos decir aquí... Para enmarcar, releer y aprender a versar y precisar!!
RispondiEliminaAbrazo admirado una vez más.
Flavio Almerighi
RispondiEliminaQuesta poesia restituisce il peso dell’alienazione urbana e interiore, frammenti di memoria che tentano di riemergere. La luce, relegata ai margini, lotta contro il caos e l’inganno del presente. Bravissima Silvia!
Grazie a tutti per le gradite osservazioni
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