SCIOGLIENDO L'AMARO
Fuori d’esilio una pastura che duole
nell’insistenza labile della fabbrica
rituale.
Meste geografie non si oppongono alla
fugacità del vento vigile sugli andati
d’instabile pensiero.
Eccedenza di vuoto
nel chiostro di voci d’angolo
rimbombanti suoni lontani.
Insistenti battono le tempie su cesello
squarciato da un fulmine di luce su corteccia
inaridita.
E’ nella buonanotte vincolo del buio che nasce
un aroma inaspettato al centro d’un cerchio
fuori d’oscura smania.
@Silvia De Angelis
Romántico poema. Te mando un beso.
RispondiEliminaLo amargo va creciendo con el tiempo.
RispondiEliminaSolo puede disolverlo la aceptación.
Saludos.
Imagem primaveril e poema adoráveis, deslumbrantes.
RispondiElimina.
Feliz fim de semana
.
Buenos días, de fin de semana.
RispondiEliminaA veces ese aroma nos cambia la vida.
Un beso.
Il tuo poetare è magnifico!
RispondiEliminaguauu! il vento vigile, le voci raccolte, lo scalpello che colpisce le tempie... hai creato un'atmosfera di profonda intensita. Sono affascinata, hai un talento incredibile.
RispondiEliminaBuon inizio di primavera ˖˵˵˵˵˵˵ଘ( ꈍᴗꈍ)⋆🌷
da facebook :
RispondiEliminaFlavio Almerighi
Quella "fabbrica rituale" mi ha profondamente colpito, nei tuoi versi ci sono soluzioni liriche e sonore molto originali e belle, ciao
Marta Giaccaglia
Sempre unica e speciale, buonanotte 🌟
Ringrazio gli autori dei graditi commenti
RispondiEliminaRecensione dell'autore Pier Carlo Lava sul suo blog Alessandria Today :
RispondiEliminaRecensione
Con SCIOGLIENDO L’AMARO, Silvia De Angelis firma una lirica che esplora il confine sottile tra sofferenza e rinascita, tra l’amarezza dell’esilio interiore e la dolcezza inaspettata che può emergere persino dal buio. La poesia si sviluppa in un crescendo emotivo e simbolico, tracciando un percorso di liberazione intima, dove ogni verso è una stazione di passaggio, un frammento di consapevolezza raggiunta. Il testo apre con l’immagine di una “pastura che duole”, metafora suggestiva del nutrimento emotivo che, anziché confortare, lascia un segno di dolore. L’esilio non è solo fisico, ma spirituale, una condizione che imprigiona e al tempo stesso rende più vigile la mente, più attento il cuore. La “fabbrica rituale” evoca meccanismi ripetuti, cicli interiori da cui è difficile uscire, ma che, proprio per la loro insistenza, aprono varchi verso nuove percezioni.
Il paesaggio è mentale quanto reale, abitato da “geografie meste” e da un vento che soffia sui pensieri instabili. In questo scenario si apre un chiostro — immagine sacra e chiusa — abitato da echi, da “voci d’angolo” e suoni lontani che si rifrangono nel vuoto: è un vuoto pieno, carico di assenza ma anche di possibilità. I versi centrali, con l’immagine fortissima del “cesello squarciato da un fulmine di luce su corteccia inaridita”, segnano la svolta drammatica ma anche rivelatrice del testo. La luce che squarcia è violenta, ma necessaria: rompe l’aridità, risveglia la materia viva, apre alla trasformazione.
E proprio quando il buio sembra chiudere ogni spazio, la poetessa ci sorprende: “È nella buonanotte vincolo del buio che nasce un aroma inaspettato”. Qui, Silvia De Angelis ci regala la vera chiave della poesia: è sciogliendo l’amaro, accettandone il sapore, che può emergere una nuova fragranza, un senso nascosto, un’armonia inattesa. SCIOGLIENDO L’AMARO è una poesia che invita alla resistenza sensibile, alla scoperta di ciò che può nascere anche nel dolore, a cercare l’aroma profondo fuori d’oscura smania, dove tutto tace e qualcosa finalmente può parlare.
Alessandra Bugatti
RispondiEliminaMolto particolare e profonda questa tua lirica poetessa ⚘️