QUELLA PARTE ULTIMA

 



Impronte dismesse di giovani nella via

appesa a logori sguardi di strati senili

nel passo asfittico fiaccato dalla vita.

Rinunce effettive a rimodellare il senso

di stanchi giorni intinti in opachi malesseri

nella caparbietà d’accenti del passato

su cui far leva con insistenza.

Quasi negate essenze d’accesa vitalità

nel vagito della natura che diviene sobria

al di fuori di lontani vividi brusii.

Solo un presente artificioso in cui

l’immobilismo e l’inedia interpretano uno

stare quasi dissolto dal vivere.

Il treno d’esistenza sembra accelerare la

sua corsa in un complemento di caparbietà

emotiva che rende asimmetrico l’eco

al silenzio delle stelle…

@Silvia De Angelis 

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