ARTURO ONOFRI (Poesia del '900)
Un autore fra i più discussi del primo '900, Arturo Onofri , del quale si possono menzionare due momenti essenziali : da un lato la poesia giovanile, che risente del decadentismo francese, e che intraprende tracce di Futurismo dai toni carducciani, dannunziani e crepuscolari; dall'altro, ilciclo della maturità, noto con il nome della prima raccolta del periodo "Terrestrità del Sole", poema basato strutturalmente sulla rigenerazione del cosmo, in ogni suo elemento naturale, ma in cui compare sempre una figura femminile, che conduce a una fusione col divino.
In questa seconda fase la lingua onofriana conia termini e costruzioni del tutto nuove, soprattutto per quanto riguarda la spiritualità intinta in un'ossessione panico/sensuale, per cui la scelta del lessico diviene di natura rara.
Sebbene le opere govanili dell'autore furono soggette a critiche, quelle intermedie (Orchestine e Ariosto) ebbero un consenso del tutto unanime, negli anni Venti e Trenta, e anche l'ultima fase poetica, soprattutto per il grande carisma dell'autore.
Fu così che dopo un culto e una notorietà eccessive, Onofri, fu coinvolto nella condanna e nel rifiuto, che dell'irrazionalismo in genere, fece la cultura italiana del secondo dopo guerra. E' stata così dimenticata la sua influenza da quanti fecero in modo di occultarne le tracce.
In ogni caso questo autore può essere considerato un precursore della grammatica ermetica, rafforzata da
un'ideologia conforme al misticismo, al barocco e al sensuale susseguirsi di sensazioni, entro un'opera poetica che si ripete marcatamente su un tema prescelto.
DA TERRESTRITA' DEL SOLE (Prima parte)
Chi è questa improvvisa dea che appare?
Occhi diafani stellano di luna
sotto il manto ondeggiante delle chiome.
Da quella bocca, che sui denti abbonda
nelle labbra imbronciate come un fiore,
la voce non la intende altri che il mare.
Perché venne fra noi come una donna?
Quel suo piccolo capo trasparisce
di mattinate, d’angioli e di giuochi,
e nel girarsi addita in sua dolcezza
che le pietre traboccano di foglie,
le flore mettono ali, e mandre brute
s’appassionano d’ansie e di pensieri.
E noi, pregando che assuma figura
di beltà, la parola in noi rinchiusa,
ne intravediamo, come un sogno, il volto
nel modello che in lei donna respira.
ARTURO ONOFRI
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati marzo 2013
berbacco! e' fantastico complimenti
RispondiEliminaGrazie Simonetta, del tuo gradito intervento, un abbraccio,silvia
EliminaUn autore che non conoscevo, e del quale, mi hanno veramente estasiato questi bei versi....grazie Silvia.
RispondiEliminaUn saluto, Elisa
Molto gradita la tua presenza, nel mio blog, e le intense osservazioni che hai posto a questo elaborato.
EliminaUn abbraccio,silvia
Tanta suggestione, e ricchezza di vocaboli, in questo scrivere poetico del 900.
RispondiEliminaUn bell'autore davvero.
Un caro saluto Silvia, Laura Magretti
Grazie, Laura, di essermi venuta a trovare, in questo scorcio poetico, e di aver
Eliminaposto belle osservazioni al mio elaborato.
Un saluto, silvia
onofri e rebora sono davvero due grandi brava bella scelta
RispondiEliminabaci francesca
Mi fa assai piacere di aver incontrato il tuo favore, con questo elaborato...
EliminaGrazie del commento, un abbraccissimo, silvia