RECITANTI
E' un afflato di grecale inaspettato
fatiscente e silenzioso
a trascinare via
crinali d'un vociare sibilante vicino al cuore
in quell'intercapedine d'attimi avvolgenti
Lentamente si disperdono nel vuoto frasi vibranti
si rendono fugaci in bagliori d'occhi
soffondono incertezza nel frastuono della notte
e granelli mormoranti in un titillare di luna
fino a sparire nella dimensione incontaminata
d'un palcoscenico infinito
ove i recitanti nelle dita fanno morire le parole
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio 2011
Un'infima commedia si consuma all'improvviso in un contesto e in un vociare scomposto che stride e scade in pessime dimostrazioni, disturba la quiete della notte e persino la luna si ritrae a tutto quel vociare inconcludente che esce da bocche come fossero ubriache. Pessime scene a cui molto spesso si è obbligate ad assistere in città nostro malgrado.
RispondiEliminaMolto spesso, questi farneticamenti finiscono per diventare risse pericolose anche per coloro che ignari si trovino a passare lì vicino. Le nostre belle città sono divenute invivibili!
Un altro lato dei disagi che oggigiorno vanno ad aumentare le frustrazioni dei cittadini ligi a vivere nella legalità e con correttezza.
Vivi una bella giornata cara Silvia, ti invio il mio saluto più sincero!
Grazia Denaro
Una bella e diversa interpretazione di questi versi, che mi fa assai
RispondiEliminapiacere di leggere, per vedere in quanti modi si può intendere una lirica...
Grazie delle tue intense osservazioni, Grazia, un abbraccio e un sorriso per te, silvia
Talvolta le situaazioni trascinano a tal punto, da dover recitare una parte che non sentiamo. Poesia bellissima, un abbraccio, Elisa
RispondiEliminaGrazie delle gradite osservazioni, mia cara, buon venerdì e un sorriso, silvia
EliminaUn linguaggio poetico intenso, in questa bella poesia, che sottilinea
RispondiEliminaatteggiamenti di circostanza...Un caro saluto,Laura
Grazie del bel commento,Laura, buon pomeriggio e un abbraccio silvia
EliminaUna lirica stupenda proietta il lettore nell’antico arenile, teatro dell’arte mediterranea. Rovine illuminate a giorno come per incanto rivivono gesta d’antichi eroi con monologhi e gestualità, il tutto nella magia di un cielo diafano per stelle cadenti e nel silenzio di una platea che gusta l’ascolto di un artistico vocio, che trasportato dal soffio d’antico grecale, crea una magia evanescente nell’apparente scorrere dell’infinito proscenio. Come sempre incantato resto nell'immergermi tra le tue ondose rime. Ciao cara Silvia.
RispondiEliminaResto davvero entusiasmata, caro Giovanni, per il tuo denso e bellissimo commento a questa lirica, non recentissima, ma assai significativa. Grazie di cuore per le belle parole usate.
EliminaTrascorri un rilassante fine settimana, un caro saluto, silvia